8 ½ – La stagione che non c’è, riparte il Nuovo Teatro Sanità
[vc_row css=”.vc_custom_1608553768389{margin-top: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]Nuovo Teatro Sanità. Tra spettacoli con dispositivi virtuali, produzioni internazionali e residenze artistiche, il direttore Mario Gelardi presenta la nuova stagione della sala di piazzetta San Vincenzo dopo le restrizioni imposte dalla pandemia.
Nuovo Teatro Sanità e la consapevolezza di ricominciare
Potrebbe sembrare solo un omaggio all’omonimo film di Fellini che racconta del profondo intreccio tra vita e arte, ma in realtà nel titolo della stagione del Nuovo Teatro Sanità è racchiusa l’amara consapevolezza di ricominciare, sì, ma con un protocollo che di fatto impone una capienza dimezzata. Nel sottotitolo, invece, l’allusione non può che andare a Peter Pan, l’eterno bambino che abita isole che non ci sono e che sa volare per inseguire i propri sogni, proprio come i piccoli teatri che hanno bisogno di ripartire per tornare a sognare e immaginare un futuro ancora possibile per l’arte della scena.
Con 8 ½ – La stagione che non c’è, Mario Gelardi riapre le porte del teatro che dirige dal 2013, e lo fa consapevole dell’incertezza e della mancanza di stabilità che da sempre caratterizza questo settore, ma che nell’ultimo anno e mezzo ha impedito anche di progettare, soprattutto per i teatri con capienza inferiore ai 100 posti, esclusi da qualsiasi misura governativa di sostegno.
La ripartenza del Nuovo Teatro Sanità
«Ripartiamo con una frase di Paolo Grassi che accompagnerà la nostra comunicazione per questa edizione: “Il teatro è un modo di amare le cose, il mondo, il nostro prossimo”. E non può che essere questa la motivazione che ci spinge a continuare in questa fase di precarietà – spiega il Direttore –.
Dal momento in cui abbiamo deciso di aprire, sappiamo già che rischiamo di chiudere. Ma non ci arrendiamo a continuiamo a lavorare per dare voce e speranza alle compagnie che, nonostante tutto, vogliono continuare a esibirsi, sperimentando nuovi codici e linguaggi, nel tentativo collettivo di ricostruire il senso di quel pezzo di vita che ci è stato sottratto. Così come continuerà a condurre il laboratorio di drammaturgia per la formazione di giovani allievi».
A presentare il programma c’erano proprio loro, i protagonisti del collettivo artistico ntS’, che si sono alternati sul palcoscenico, accompagnati dai piacevoli intermezzi musicali di Carlo Vannini, responsabile per il canto insieme a Annalisa Direttore (dizione), Gennaro Maresca (recitazione), Costantino Raimondi (movimento corporeo) nel laboratorio di formazione per i giovani del quartiere.
La stagione del ntS’
La stagione del ntS’ si articola in due parti. La prima, che si conclude a novembre, è il risultato del progetto R-Evolution, un festival nato durante il periodo di chiusura dei teatri in collaborazione con produzioni artistiche di Catania, Reggio Calabri, Castrovillari, Cagliari e Atene per favorire le carriere di giovani creativi del Sud del Mondo.
ΑΡΧΙΠΕΛΑΓΟΣ | Archipelagos di Nicolás Lange, diretto da Camilla Brison; Real Heroes di Mauro Lamanna, Juan Pablo Aguillera Justiniano; La vacca di Elvira Buonocore, diretto da Gennaro Maresca, spettacolo vincitore del premio Dante Cappelletti 2019; La rosa del mio giardino di Claudio Finelli, diretto da Mario Gelardi; Le regole del giuoco del tennis di Mario Gelardi, diretto da Michele Brasilio; Every brilliant thing di Duncan Macmillan per la regia di Michele Panella. Sono questi i titoli del progetto che proseguirà anche nel 2022 ampliando la rete con realtà culturali provenienti da Libano, Portogallo, Argentina, Cile e Uruguay.
La seconda parte della stagione si snoda attorno a spettacoli itineranti tra le strade del quartiere, ad altri che si affidano all’utilizzo di dispositivi virtuali per comprendere meglio la mancanza di vita reale sperimentata in tempo di lockdown, ad altri ancora che parlano del Sud del Mondo e di chi lascia la propria terra, sempre all’insegna del racconto del presente e dello sforzo collettivo di colmare quelle assenze che hanno modificato i nostri sensi nell’ultimo anno e mezzo.
La programmazione
Gli spettacoli in programma fino ad aprile sono: Allegro, non troppo, scritto da Riccardo Pechini e Mariano Lamberti, con Lorenzo Balducci; The walk, spettacolo della compagnia Cuocolo/Bosetti, in cui il pubblico è invitato a camminare tra le strade della città, guidato da una attrice, per vivere un’esperienza che si costruisce attraverso la sovrapposizione tra flusso interiore e realtà esterna; Carmine Verricello, scritto e diretto da Alberto Mele e Marco Montecatino; La grande tribù di Claudio Finelli, diretto da Gennaro Maresca, un’edizione speciale di un testo precedentemente prodotto da ntS’, per celebrare i cento anni dalla nascita di Pasolini; il monologo sull’emigrazione clandestina Lampedusa beach di Lina Prosa, per la regia di Marcello Manzella; Sound sbagliato di Alessandro Palladino; Codice rosso, scritto e diretto da Nicola Le Donne e Franco Nappi, con Rosaria De Cicco e Ciro Esposito; Giorni infelici per Re Lear, regia e musiche di Mariano Bauduin; Disintegrazione, un’unica performance dal vivo, dove si mescolano teatro, musica e visual art, che vede coinvolti Ilaria Delli Paoli (voce), Paky Di Maio (progetto sonoro) e Francesco Zentwo Palladino (visual art); Il vino e suo figlio, liberamente tratto da Il Navigatore del Diluvio di Mario Brelich di e con Enrico Bonavera; Dedalo, scritto da Chiarastella Sorrentino e diretto da Mario Gelardi.
Una sezione a parte sarà dedicata alle “residenze” per giovani compagnie, che debutteranno nella sala di piazzetta San Vincenzo con spettacoli di nuova drammaturgia: Seasons di Orlando Napolitano, diretto da Marcello Manzella; Settantuno con Nello Provenzano per la regia di Riccardo Pisani; Megastark, di Luigi Leone, con la regia di Andrea Cioffi; Meridiani scritto da Carlo Galiero e diretto da Chiarastella Sorrentino.
[vc_row][vc_column][vc_gallery type=”image_grid” images=”27065,27061,27060,27059,27058,27057,27056,27055,27054,27053,27052,27051,27050,27049,27048,27047,27046,27045″][/vc_column][/vc_row]
Di Giulia Savignano
Napoletana, classe 1984. Dopo una laurea magistrale in Studi Internazionali e un Master in Giornalismo si divide tra esperienze professionali in Italia e all’estero, collaborando dapprima in progetti di cooperazione con associazioni internazionali e poi con redazioni giornalistiche in Italia e Spagna. Attualmente all’attività giornalistica affianca quella commerciale in un’azienda di caffè. Con una penna, un passaporto e una tazzina di caffè vi solleverà il mondo.