Viaggio nella natura. Il Sentiero degli Dei tra mito e memoria
Il sentiero degli Dei definito dallo scrittore Italo Calvino “una strada sospesa sul magico golfo delle Sirene, solcato ancora oggi dalla memoria e dal mito” è un tesoro naturalistico della Costiera Amalfitana tutto da scoprire.
Lì dove la natura spettinata si confonde con il sogno, il mito con la memoria, il sacro con il profano è possibile toccare l’Olimpo con un dito. Percorrendo una stradina sospesa tra vuoto e onde, decantata dallo scrittore Italo Calvino, si raggiunge un angolo di paradiso incontaminato nel ventre della Costiera Amalfitana. Il nome lascia poco spazio all’immaginazione: Sentiero degli Dei.
Il sentiero degli Dei: le origini
In passato punto strategico per traffici commerciali tra villaggi, nascondiglio di briganti e luogo di leggende oscure, oggi percorso di rara bellezza. La nascita della sua denominazione è piuttosto controversa ed è motivo di dispute tra abitanti e appassionati. Ad inventarlo è stato Ettore Paduano, socio della sezione partenopea del CAI (Club Alpino Italiano) che si occupò di valorizzare e di promuovere il tour escursionistico (è presente lungo la strada una lapide in suo onore). Il sentiero da fiaba di 6 km della durata di tre ore è dominato da alti pinnacoli, profonde gole e guglie di roccia calcarea e affaccia sulle acque cristalline del golfo delle Sirene sulla scenografia dei Monti Lattari.
Inizia a Bomerano frazione di Agerola, patria del fior di latte, per raggiungere la località Nocelle di Positano abbarbicata alle pendici del Monte Pertuso. Lungo il Sentiero degli Dei, che termina con un panorama degno di cartolina con i Faraglioni di Capri a rubare la scena si incontrano lecceti, quercete, ginestre, felci, ornello, roverella, erbe aromatiche e capre al pascolo nel verde seguite da cani da pastore.
Il percorso
Tra le numerose cavità naturali c’è la Grotta del Biscotto, il cui nome trae spunto dalle sinuose forme e dalla friabilità della roccia. Sul lato opposto non resta che posare lo sguardo su ruderi di antiche dimore rupestri che testimoniano l’antica vocazione del territorio. Una volta superato Colle La Serra (580 metri) si aprono terrazze panoramiche che “accarezzano” dall’alto la Venere dormiente, Capri, e i contorni degli isolotti Li Galli. Da qui è possibile imboccare una via che porta all’abitato di Praiano. Proseguendo, invece, pinnacoli, resti di torri di avvistamento di epoca angioina e aragonese colorano il paesaggio di storia. A Cannati, come per magia, lo scenario si svela: campi ordinati di vite, alcuni della storica varietà autoctona di Per’e Palummo, importata dai Greci provenienti dalla penisola Calcidica durante l’invasione Dorica.
Il tempo di “guarire” dalla sindrome di Stendhal e si può approdare nella bianca Positano superando l’ostacolo di 1800 scalini. Prima di lasciare queste perle del Mediterraneo, patrimonio Unesco, non resta che abbandonarsi alla bellezza di borghi e natura, alla bontà del cibo e al carattere allegro degli abitanti della Costiera Amalfitana “dei pazzi, degli ubriachi di sole – prendendo in prestito le parole del regista di Sciuscià e Roma città aperta Roberto Rossellini – che sanno vivere valendosi di una forza che pochi di noi posseggono: la forza della fantasia”.
Di Francesca Saccenti
Dagli articoli alle inchieste, dai reportage alle recensioni, dalle riprese video al montaggio: nel suo bagaglio ci sono tutte le voci che compongono la parola ‘giornalismo’. Napoletana, classe 1986, dopo aver preso il tesserino da professionista si fa le ossa in quotidiani e riviste locali, poi fa parte della squadra di alcune tra le nuove e più rinomate testate del panorama online, rincorrendo la notizia tra Napoli e Roma, Abruzzo e Calabria, nei settori di cronaca, cultura e sociale. Arriva ad Agorà dopo essere “approdata” alle telecamere di Mediaset e alle Guide turistiche ed enogastronomiche di Repubblica. Laureata in Cinema a Bologna, tradirebbe il suo lavoro solo per scoprire mondi lontani. Ma alla fine aggiunge sempre in valigia una telecamera, un microfono e un pc, e allora viaggio e giornalismo convivono. Una sintesi perfetta.