Filrouge, la maison handmade che rompe gli schemi
Dalla paglia di Vienna alle sfere di legno, dalla microfibra alla viscosa di lurex le creazioni di Filrouge sono un inno alle stagioni, un melting pot di stili per arricchire il guardaroba di casa con accessori e capi di abbigliamento di tendenza.
Quando la moda incontra l’arte non esistono confini che tengano: chi l’ha detto che la paglia di Vienna, tipica dell’arredamento anni ’60, quel materiale che ci rimanda nell’immaginario alle sedie, alle lampade ed agli armadi della nonna non possa trasformarsi in una sofisticata pochette?
In questo clima di fusion tra design e glam nasce Vivienne, la borsetta che a seconda delle stagioni si veste di pelliccia o si colora con le sfumature dell’estate. Un accessorio dal gusto scandinavo e coloniale per un look che spazia dall’elegante allo sportivo, che non teme la luce del giorno o il buio, che non sfigura in un party modaiolo o in ufficio. Sempre attuale e stilosa capace di consacrare un Made in Italy, un’artigianato di qualità.
Filrouge e l’amore per i fili
Perché Filrouge, la maison di Manuela Saporito, è una realtà totally handmade che rompe gli schemi, non si ferma di fronte ai rigidi dettami della moda. Le piace osare. «I miei lavori uniscono tradizione e innovazione, sono un melting pot di stili. L’ispirazione arriva da ciò che mi circonda, qualsiasi momento della giornata può essere perfetto per immaginare – racconta la fondatrice -. Ma il processo creativo nasce al calar del sole. Mi sveglio di notte e il mio cervello inizia ad elaborare. Disegno, faccio schizzi senza guardare l’orologio. L’idea di Vivienne mi è venuta al Salone del Mobile di Milano. Mi sono chiesta: cosa posso fare con questo materiale così vintage? Creare una borsa. É fondamentale guardare al di là delle cose, cercare una nuova chiave di lettura».
Tutto inizia nel 2016 quando, dopo aver perso il padre, Manuela appende la laurea di Giurisprudenza al chiodo per dedicarsi ai suoi figli e per assecondare quella antica passione. «Da bambina mentre facevo i compiti ricordo ancora il rumore di mia madre che lavora a macchina per creare sciarpe e maglioni – continua Manuela -. É da lei che ho imparato quest’arte e l’ho fatta mia».
Filrouge: non solo borse
E così l’amore per i fili si trasforma non solo in borse, ma anche in cappelli e sciarpe da uomo, in t-shirt, bracciali e collane con sfere di legno, che possono arrivare anche all’ombelico.
La viscosa di lurex morbida ed elastica diventa il tessuto perfetto per scialli, stole e parei. La microfibra, la lycra e il tricot, quest’anno tornato alle luci della ribalta, impreziosiscono la nuova e giovanile collezione beachwear rigorosamente fatta a mano: si chiama Stars ed è un elogio al mare con ricami di stelle e conchiglie con fili dorati e argento a seconda dei desideri. I costumi, che vanno dal nero al rosso senza rinunciare al più classico bianco, sono in grado di adattarsi perfettamente alle diverse fisionomie, sono dotati di coppe estraibili e hanno taglie differenziate. C’è anche la versione con top da sfoggiare in spiaggia o come capo fashion da abbinare a gonna o pantalone durante le serate in vacanza.
Le creazioni Filrouge sono realizzate con materie prime di qualità naturali, ecologiche, e sono studiate fino al minimo dettaglio per “accarezzare” le forme del corpo femminile. Sono tutte personalizzabili e ideali per cerimonie galanti.
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Di Francesca Saccenti
Dagli articoli alle inchieste, dai reportage alle recensioni, dalle riprese video al montaggio: nel suo bagaglio ci sono tutte le voci che compongono la parola ‘giornalismo’. Napoletana, classe 1986, dopo aver preso il tesserino da professionista si fa le ossa in quotidiani e riviste locali, poi fa parte della squadra di alcune tra le nuove e più rinomate testate del panorama online, rincorrendo la notizia tra Napoli e Roma, Abruzzo e Calabria, nei settori di cronaca, cultura e sociale. Arriva ad Agorà dopo essere “approdata” alle telecamere di Mediaset e alle Guide turistiche ed enogastronomiche di Repubblica. Laureata in Cinema a Bologna, tradirebbe il suo lavoro solo per scoprire mondi lontani. Ma alla fine aggiunge sempre in valigia una telecamera, un microfono e un pc, e allora viaggio e giornalismo convivono. Una sintesi perfetta.