Barbara Fabbroni – “Il killer delle bambole di porcellana”
La complessità della psiche umana al centro del libro di Barbara Fabbroni “Il killer delle bambole di porcellana. Il commissario Antinori e i luoghi bui dell’anima”
“Il killer delle bambole di porcellana. Il commissario Antinori e i luoghi bui dell’anima” di Barbara Fabbroni è un giallo psicologico, dove la trama si intreccia sapientemente con la profondità dei personaggi e l’analisi delle dinamiche umane.
L’autrice delinea con maestria la figura di Emma Antinori, commissario della squadra omicidi: una donna di straordinaria competenza, che pur mostrando una facciata rigida e impassibile, cela nel suo animo un cuore generoso e sensibile, segnato da profonde cicatrici emotive.
“Il killer delle bambole di porcellana. Il commissario Antinori e i luoghi bui dell’anima”
“Emma ha lavorato per molti anni in America, a New York City. Più di dieci anni passati alle vittime speciali dove è venuta a contatto con i crimini più efferati, con violenze impensabili. Il dolore, visto e vissuto attraverso le varie storie criminali su cui doveva indagare, è stato il compagno costante che l’ha incrudita, congelata in una maschera che la protegge. Chi sceglie questo lavoro lo sa bene, si è sempre in presa diretta con menti criminali. È difficile, a volte, gestire gli eventi e i crimini. In una città come New York tutto è amplificato. Anni fa il suo rientro in Italia. Aveva bisogno di tornare a casa dopo che l’amore della sua vita fu ucciso durante una sparatoria” spiega Barbara Fabbroni descrivendo la protagonista del suo libro.
La città di Firenze vive sei settimane di orrore, funestate da una serie di omicidi che si consumano con una brutalità inquietante. Ogni delitto appare connotato da un marchio d’autore inconfondibile, un segnale criptico che sfida l’intelligenza e l’intuizione della protagonista: giovani donne che, dopo essere state uccise, assumono le sembianze di bambole di porcellana.
L’autrice Barbara Fabbroni
Barbara Fabbroni, con il suo background di psicologa e criminologa, utilizza una prosa che non si limita a narrare gli eventi ma si immerge nelle correnti oscure dell’anima umana. Le procedure investigative, gli interrogatori incalzanti e la ricostruzione psicologica delle vittime e del killer stesso si intrecciano invitando il lettore a seguirne il ragionamento e a mettere insieme i pezzi di un puzzle inquietante.
Le descrizioni delle scene del crimine, impregnate di simbolismi e allusioni, manifestano inoltre l’abilità dell’autrice nel trasmettere il senso di angoscia che permea l’indagine. L’uso di un nastro rosa attorno al collo delle vittime e il suggestivo tatuaggio che evoca il Santo Graal non sono solo elementi di un delitto, ma rappresentano una mappa che, secondo il commissario Emma Antinori, potrebbe condurre alla verità, chiarificando il disegno oscuro architettato dal killer.
L’essenza del romanzo si esprime dunque nell’eterna lotta tra il bene e il male, un conflitto che trova eloquente espressione nelle vicende di Emma e nella sua indomita ricerca della verità.
Di Luisa Cicconardi
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Luisa Cicconardi, triestina di nascita, vive e lavora stabilmente a Roma. Laureata in lettere moderne alla Sapienza, collabora da diversi anni con numerose riviste letterarie e magazine culturali di ogni zona d’Italia. Dal 2014 si occupa anche di editing. Organizza nel Lazio e in Toscana presentazioni di libri e firma copie nei caffé letterari e nelle librerie con le quali collabora stabilmente.