Un cervello felice è garante della pace
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Secondo i numerosi studi in ambito delle neuroscienze, il cervello dell’uomo è programmato per praticare la bontà, una predisposizione biologica, secondo cui l’amore e la compassione hanno una funzione specifica, quella che ci permette di sopravvivere come specie.
Secondo gli esperti, la bontà è un istinto ereditato dai nostri antenati che avevano imparato quanto, in un mondo ostile dove la natura regna sovrana, non sopravvive il più forte, bensì il gruppo e perciò colui che può contare su una più grande rete di sostegno. Sopravvive colui che ha compreso che, aiutare il prossimo, è un modo di investire su se stessi.
È interessante anche notare come la vita in sé stessa è possibile grazie ad un lavoro di cooperazione tra gli spermatozoi. Non è vero che la vita inizia con una competizione tra gli spermatozoi, per cui arriva a destinazione solo il più forte. “Siamo nati da un grande lavoro di cooperazione, e questa è la nostra vera natura, quella di cooperare e non quella di competere.
La metà degli spermatozoi sono sterili, non sono adatti per riprodursi, ma esistono per favorire l’avanzata di altri spermatozoi che procedono nella vagina, superando gli ostacoli che incontrano per la strada. Alla fine non è il più forte che arriva solo al traguardo, ma un gruppo di forti che collaborano e che quando giungono all’ovulo muovono la coda, girano, girano, sino a che il più adatto entra, ma solo perché è stato aiutato dagli altri!
La bontà e le ricerche sulle emozioni
L’essere l’uno per l’altro è una legge di natura che regola anche il funzionamento delle cellule e degli ecosistemi, una legge secondo la quale la vita è possibile e necessità di collaborazione e atti di generosità. È un invito ad “Amare il prossimo nostro come noi stessi “.
Come indicano le ricerche sulle emozioni, la compassione è una tra che quelle apporta il maggior numero di benefici, perciò, quando la pratichiamo, si liberano alcuni agenti neurochimici, come l’ossitocina, detta appunto l’ormone dell’amore, che innesca emozioni positive tra cui l’empatia, la reciprocità o il desiderio espresso di fare del bene. Una sorta di melodia suonata con agenti chimici che dona benessere e felicità.
Le tendenze biologiche che ci influenzano
Tuttavia il nostro cervello comprende tante altre tendenze biologiche ciascuna delle quali ha la capacità di influenzare il nostro comportamento, come la rabbia, l’odio, la paura e l’istinto alla violenza.
Ogni volta che scateniamo una “guerra emozionale” dentro di noi, ogni volta che ci arrabbiamo con qualcuno, ci sentiamo delusi o incompresi, abbiamo paura, siamo diffidenti, proviamo invidia o gelosia, proiettiamo queste emozioni negative al di fuori, innescando azioni-reazioni rispetto alle cose che ci capitano. Questo agire – reagire istintivo il più delle volte è dannoso perché ci mette in “guerra” con il mondo, ci isola e ci procura malessere, ansia, stress, dolore e infelicità.
Come possiamo tornare alla bontà come fonte di felicità e di pace? Nel prossimo articolo approfondiremo la Scienza della Felicità ed in che modo possiamo praticarla.
Di Diana Arcamone
Docente di sostegno, scrittrice e Accademico ad Honoris Causa presso l’Accademia Universitaria degli studi Giuridici Europei. Nel 2014 vince il concorso letterario nazionale: Enel Guerrieri e nello stesso anno pubblica Felicità, un destino e una scelta cui segue Tutto arriva a chi ci crede.