Monet a Napoli, la mostra immersiva nel segno della solidarietà
L’esposizione dedicata al celebre artista francese Monet, allestita nella Chiesa di San Potito di Napoli, contribuirà alla raccolta fondi per il recupero del complesso affidato all’associazione del Maestro Carlo Morelli.
Monet arriva nel cuore del centro antico di Napoli con una mostra spettacolare che promette di non deludere i visitatori che si apprestano a riprendere a vivere i luoghi della cultura. E che lo fanno contribuendo anche alle attività di carattere solidale del quartiere.
Fino al 20 ottobre nella Chiesa di San Potito sarà possibile “immergersi” nel vero senso della parola nella realtà del celebre pittore francese, in un’esposizione site specific che, grazie al luogo che la ospita, si trasforma ogni volta davanti agli occhi del visitatore.
‘Claude Monet: the immersive experience’ accompagna il visitatore in un viaggio attraverso i colori e i giochi di luce dei dipinti dell’artista, tra pennellate proiettate a 360 gradi, su più di 1000 mq di schermi, e realtà virtuale. [vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26528″ img_size=”full” css=”.vc_custom_1623659438023{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26527″ img_size=”full” css=”.vc_custom_1623659454553{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][/vc_column][/vc_row]
Un viaggio immersivo nell’arte
La Galleria Immersiva, vero gioiello dell’esperienza presenta più di 300 proiezioni di dipinti e schizzi dell’artista. Il Giardino dei fiori, detto Clos Normand, di Giverny, una proprietà acquistata nel maggio 1883 dal pittore e trasformata in un magnifico e rigoglioso giardino, prende vita attraverso gli iconici ponti che ricorrono in molte delle sue opere.
Grazie alla realtà virtuale, il visitatore intraprende un viaggio verso otto destinazioni: Venezia, Londra, Parigi, l’Olanda, la Norvegia, i Giardini e l’Atelier di Giverny. Ogni luogo aiuta a comprendere l’ispirazione che l’artista ha tratto da queste regioni geografiche, tutte rese con uno spettacolare gioco di luci che è la cifra delle sue opere.
Un’area colorata interattiva consente ai visitatori grandi e piccoli di ricreare alcune delle più grandi opere e di dare libero sfogo alla propria vena artistica.[vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26529″ img_size=”full” css=”.vc_custom_1623659494729{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26526″ img_size=”full” css=”.vc_custom_1623659510732{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][/vc_column][/vc_row]
Claude Monet: non solo cultura
Ma la mostra, oltre a riportare la cultura al centro dei bisogni dei suoi fruitori, ha anche un importante fine solidale legato alla Chiesa che la ospita.
A spiegarcelo è il Maestro Carlo Morelli, presidente di Ad Alta Voce, l’associazione affidataria della Chiesa nata con l’intento di riportare il complesso seicentesco – custode dei più mirabili gioielli della pittura napoletana – ai fasti di un tempo. «L’allestimento ha una valenza sociale significativa – spiega il Maestro – in quanto consente alla mia associazione non solo di fronteggiare il robusto impegno di restauro della monumentale Chiesa di San Potito, ma nel contempo di riprendere le attività di carattere sociale con i giovani che vivono il degrado e l’abbrutimento delle periferie».
Il rinascimento culturale per i giovani
Grazie alla minuziosa opera di pulitura dei marmi e di ristrutturazione della sacrestia avviata dall’associazione da qualche anno, gli spazi della Chiesa hanno conosciuto un rinascimento culturale, diventando punto di riferimento per tanti giovani della città, soprattutto per quelli che vivono il degrado e non hanno alternative. «Sono sempre stato convinto della potenza salvifica dell’arte e della cultura, in particolare della musica – sottolinea il Maestro – che considero componente essenziale nel processo di educazione, elemento di civiltà ed armonizzazione di tutte le facoltà umane. È per questo motivo che organizziamo costantemente laboratori musicali e teatrali destinati ai ragazzi degli istituti penitenziari del nostro territorio».
L’arrivo della pandemia ha interrotto temporaneamente le attività dell’associazione, ma l’esigenza impellente di proseguire nel lavoro di recupero della Chiesa e dei giovani in difficoltà ha fatto sì che l’associazione potesse beneficiare di parte dei proventi ricavati dalla mostra. «I lavori e le attività dovevano riprendere al più presto – conclude – e la mostra è stata un’occasione imperdibile per accelerare in questo senso. Avverto un clima generale di fiducia e di graduale ritorno alla normalità. Con il mio spettacolo musicale That’s Napoli Live Show ho in programma di allestire un evento che possa raccontare Napoli e la bellezza della sua tradizione musicale, in un susseguirsi di ricercati arrangiamenti e sofisticate coreografie».
Di Giulia Savignano
Napoletana, classe 1984. Dopo una laurea magistrale in Studi Internazionali e un Master in Giornalismo si divide tra esperienze professionali in Italia e all’estero, collaborando dapprima in progetti di cooperazione con associazioni internazionali e poi con redazioni giornalistiche in Italia e Spagna. Attualmente all’attività giornalistica affianca quella commerciale in un’azienda di caffè. Con una penna, un passaporto e una tazzina di caffè vi solleverà il mondo.