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Silvio Berlusconi è morto, il presidente che ha segnato un’epoca

L'ennesimo ricovero al San Raffaele e stamattina la triste notizia della sua dipartita. Amato e odiato dagli italiani, di cui incarnava virtù e vizi, incapaci di restare indifferenti di fronte al suo carisma straordinario. Finisce un'epoca?

L’ennesimo ricovero al San Raffaele e stamattina la triste notizia della sua dipartita. Amato e odiato dagli italiani, di cui incarnava virtù e vizi, incapaci di restare indifferenti di fronte al suo carisma straordinario. Finisce un’epoca?

Berlusconi, l’italiano che ha dato il nome a un’epoca

Nell’Italia repubblicana Silvio Berlusconi è stato l’unico a dare il proprio nome a un’epoca. Si parla infatti d’Italia berlusconiana per indicare i decenni in cui il cavaliere faceva manbassa di voti e consensi. Una luna di miele che ebbe il suo apice negli anni Duemila, in particolar modo nella loro seconda metà. Nemmeno figure iconiche della Prima Repubblica erano riuscite a far identificare con esse il proprio tempo. Alcide De Gasperi e Aldo Moro, tra gli statisti italiani più importanti del Novecento, ebbero certamente sostenitori e agiografi, senza però che il loro cognome arrivasse a sintetizzare virtù e vizi del proprio periodo storico. Berlusconi riuscì nell’impresa, polarizzando simpatie e antipatie, non risultando mai indifferente.

I momenti più iconici

“L’Italia è il Paese che amo”, l’incipit con cui annunciò nel 1994 la propria discesa in campo, è entrato di diritto tra le frasi più celebri della storia d’Italia. La vittoria inaspettata contro la “gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto, la stretta di mano con Bush Jr. e Putin a Pratica di Mare nel 2002, l’annuncio a sorpresa dell’abolizione dell’Ici sulla prima casa nel 2006 nel corso di un confronto televisivo con Romano Prodi, la fondazione del Popolo della Libertà nel 2009, il “che fai, mi cacci?” rivoltogli da Gianfranco Fini nel 2010, lo show in studio da Santoro nel 2013, quando il cavaliere arrivò ironicamente a spolverare la sedia che ospitava pochi secondi prima Travaglio: questi alcuni degli episodi più iconici che hanno visto protagonista Berlusconi.

La resurrezione politica di Berlusconi dopo l’avvento dei governi tecnici

L’avvento dei governi “tecnici” ha senz’altro rappresentato un duro colpo per la sua carriera politica, allontanandolo dalla leadership di quel centrodestra che aveva fondato lui stesso. Nonostante le alterne fortune e l’avanzare dell’età, Berlusconi è riuscito comunque a rivestire un ruolo non marginale fino all’ultimo.

 

Tra le fiammate più recenti il simpatico siparietto durante le consultazioni al Quirinale precedenti la formazione del Conte 1. Mentre Salvini enunciava alla stampa i punti programmatici del centrodestra, Berlusconi li contava platealmente uno ad uno, dando l’impressione di voler impedire che quanto pattuito venisse messo in secondo piano oppure sfuggisse al leader del Carroccio.

 

Provvisto di un carisma strabordante, lo scorso settembre era sbarcato su TikTok, volendo rivolgersi direttamente ai giovanissimi, tradizionalmente lontani dall’elettorato di Forza Italia.

 

Altri momenti iconici: l’ingresso al Senato nel 2013 con gli occhiali da sole, indossati per problemi di uveite, e l’attacco subìto a Milano nel 2009, quando venne colpito dal lancio di una statuetta del Duomo per mano di Massimo Tartaglia.

Il ritorno del bipolarismo

Tra le figure più polarizzanti dell’Italia repubblicana (più di Craxi, Andreotti e Fanfani), Berlusconi verrà ricordato anche per il braccio di ferro serrato con la magistratura. Analogamente ad altri personaggi politici di primo piano, Berlusconi è stato infatti oggetto di molteplici attacchi giudiziari. Quasi infiniti i tentativi di disarcionare il cavaliere attraverso i processi. Alla fine furono però le pressioni dell’UE e dell’alta finanza a costringerlo al passo indietro. Ciò, appena pochi anni dopo i raid NATO contro l’amico Gheddafi, sostenuti dai Paesi occidentali e a cui partecipò la stessa Italia di Berlusconi. Un’eredità politica composita, dunque, quella del cavaliere. Resta l’approdo dell’Italia a un sistema bipolare, che, al netto dell’importante parentesi grillina, sembra essere tornato definitivamente in auge.

Berlusconi dopo Berlusconi

L’Italia e il mondo sono molto cambiati rispetto al suo ingresso in politica. È tuttavia innegabile che Berlusconi abbia comunque rappresentato un tentativo di aggiornare la collocazione italiana dopo la fine della guerra fredda. Negli ultimi anni si è parlato spesso di Terza Repubblica per segnalare i cambiamenti successivi alla semplice contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra. In realtà non si sono mai registrati cambiamenti istituzionali così rilevanti rispetto alla precedente “repubblica dei partiti”.

 

Vedremo se gli eredi di Berlusconi, quel centrodestra che torna a registrare un successo elettorale dietro l’altro, riusciranno a traghettare il Paese verso un nuovo assetto istituzionale che risolva le anomalie risalenti agli anni Novanta. Questo potrebbe rappresentare il frutto più fecondo della sue eredità politica, insieme a una riforma della giustizia garantista, che impedisca parimenti indebite invasioni di campo.

 

Di Enza Michienzi

 

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