Terrazza Ramè, quando la tradizione a tavola ha il sapore del nuovo
Una vera oasi culinaria la “Terrazza Ramè”, un luogo nato per esaltare i piaceri del palato che, all’ultimo piano del “Gold Tower Lifestyle Hotel” in via Brecce a Sant’Erasmo, continua a offrire il fascino di una cucina d’autore.
Terrazza Ramè offre una scelta culinaria divisa tra la ricerca, la selezione dei prodotti e l’estro di uno chef come Giancarlo Lo Giudice (nella foto con il direttore Zuppetta). Tant’è che, incastonata come una perla preziosa in una struttura alberghiera pronta a guardare al futuro grazie alla guida del direttore generale Marco Zuppetta, la bella roccaforte del gusto fa sempre più parlare di sé.
Sapori antichi in un ambiente magico ed elegante
Puntando sui piatti dello straordinario executive chef siciliano di nascita ma ischitano d’adozione, la “Terrazza Ramè” mette a disposizione del commensale tutte le carte vincenti per una cena di classe fatta di sapori antichi dal cuore moderno in un ambiente magico ed elegante. Grazie all’opera del suo toque blanche Giancarlo, il ristorante gourmet che gode di una veduta capace di spaziare sui quattro punti cardinali di una Napoli in bilico tra il passato e il presente, propone una tavola in grado, al tempo stesso, di rievocare il Regno delle Due Sicilie e di proiettarsi con garbo e delicatezza nelle più moderne rivisitazioni.
Terrazza Ramè, la fusione della tradizione campana con quella siciliana e ischitana
Punto strategico per il lussuoso Hotel, che per i suoi clienti più frettolosi offre anche il ristorante “Lapillo” adatto a pranzi e cene di lavoro, la Terrazza Ramè con lo chef Lo Giudice mette a disposizione una carta prestigiosa tutta animata dai profumi e dai sapori di piatti frutto di esperienza e sperimentazione. Nate dalla fusione della tradizione campana con quella siciliana e ischitana, le prelibatezze di “Terrazza Ramè”, mostrano sempre un gusto unico e inconfondibile.
Tra queste, ad esempio, “l’uovo molle” (uovo poché, patate allo zafferano, tartufo nero e parmigiano vacche rosse); il “baccalà in tradizione” (polpette di baccalà, cavolfiore, alici e papaccelle); il “risotto caprese”; le “linguine al ristretto di cannocchie, crudo di scampi e carciofi”; il “pacchero al ragù” (podolica con sifonata di provola e carota affumicata); il “tortello al baccalà, zucca, sifonata di cipolle di Montoro e fonduta di pecorino nostrano”; il peperone “’mbuttunato”, il “polpo alla luciana” (polpo in umido, scarole saltate e corallo al suo nero); lo “stracotto di vitello” (guancia di vitello, sedano, carote, sedano rapa, torzella, latte, pomodoro, olio, sale, pepe); la “seppia scottata” con (crema di friarielli, spugna al nero di seppia); fino a giungere ai deliziosi dessert della casa, tra cui l’eccellente “bavarese alle pere con crumble alle nocciole” e agli attenti abbinamenti con i vini e le bollicine della fornita cantina.